giovedì 27 novembre 2014

Il sorriso dell'ignoranza

Tu, che credi di sapere tutto,
tu che conosci le parole dell'adeguatezza,
tu che non sai tollerare i limiti degli altri,
forse hai perso qualcosa.

Non posso apprezzare chi non è capace di sorridere.

Mi dispiace, non posso.

Io vivo con loro,
con tutti quelli che costruiscono case di foglie,
con quelli che inventano le favole e, in fondo, non hanno altro.

Sto con chi non ha ucciso l'infanzia dentro di sé.

Sto con i bambini che lottano per capire, quando per gli altri è tutto così naturale.
Sto con i bambini che si impegnano per giocare e non vengono accettati, perché sono strani.

Sto con chi lotta per camminare
(perché me lo ha insegnato mio padre che era in carrozzina eppure sapeva assaporare il viaggio più di tanti altri).

Tu forse biasimerai noi,
stolti, idioti, ritardati,
ma non sai più ridere
e quindi hai perso.

Balliamo sotto le stelle ghiacciate,
insieme ai nostri fantasmi e alle nostre paure.

Il tempo non ci spaventa.









venerdì 21 novembre 2014

La libertà, anche per te.

Talvolta dimentichiamo chi siamo, da dove veniamo, dimentichiamo che siamo fratelli in questa vita ingiusta e iniqua.

Dimentichiamo che i confini li abbiamo disegnati noi, sulla carta. La terra ha solo confini naturali, montagne, fiumi, deserti, ma a nessuno dovrebbe essere impedito di camminare, di attraversare terre, mari, oceani.

Parliamo di libertà, ma solo perché pensiamo alla nostra libertà. Questa parola, allora, non ha più il significato che le attribuivo.


E' difficile essere onesti, essere giusti, è più facile essere frivoli e vacui.

E anche io a volte non ce la faccio e mi volto dall'altra parte; non vogliamo cambiare troppo le nostre abitudini e fingiamo di non sentire il ragazzo che grida sotto casa.

Cosa dobbiamo fare per tornare a pensare alla libertà per tutti? La libertà è di tutti. Di tutti.


 




 Abbiamo dentro un principio di grandezza e di bellezza. Non è chiaro il motivo per cui dobbiamo costantemente soffocarlo.

Siamo noi gli eroi, eppure non vogliamo crederci.





venerdì 14 novembre 2014

Le creature sotterranee



Aspettiamo nei nostri letti disfatti
la luce bianca e opaca del sole.

Non ci accorgiamo delle radici
nascoste dietro i mobili
della nostra casa.
Sono grosse vene di fango.

Stanno crescendo.
Respirano.


Non dobbiamo temerle,
fanno parte della nostra dolce e crudele avventura.
Raccogliamo i sassi bagnati dalla notte,
e piantiamo nella terra i bulbi,
densi di vita e linfa.

Già sento l'aria sotto la terra,
è il respiro delle creature dell'inverno:
esse dormono, laggiù nel nero profondo,
ma sognano centinaia di fiori,
petali, pistilli, ovari.

Senza di loro non potrebbe sopravvivere la primavera.





venerdì 7 novembre 2014

Out of time

Sono cresciuta all'ombra, nella periferia di una città di provincia. Lì non c'era la bellezza delle montagne, né l'incanto mistico del mare. C'erano palazzi tutti uguali, prati impolverati, cemento sul verde sporco; per me e i miei amici era normale desiderare la fuga e il riscatto.

Erano anni di transizione. Molti di noi non potevano più tollerare le dinamiche delle discoteche, le attese davanti ai buttafuori: sei abbastanza figo per entrare qui dentro, amico? No, non lo sei, vai via, sgombra.

E poi lì non c'era la musica che ascoltavamo noi: i Clash, i Madness, i Nirvana, i Mano Negra. Scoprimmo i centri sociali.

     Foto di Milena Poggio


Luoghi recuperati o sottratti, colori violenti sulle pareti, il cemento assumeva finalmente altre sfumature. L'arcobaleno nelle discariche.

Mi trovai bene, mi trovai a casa. C'erano persone come me, considerate strane dagli altri, considerate eccentriche o semplicemente out.

E anche la mia piccola opaca provincia sembrava illuminata da una luce nuova, rossa come la brace, blu come la profondità dell'abisso, viola come l'amore senza speranza.

Noi eravamo il futuro, noi potevamo cambiare le cose.

Oggi siamo uomini, ma non siamo noi al comando? Abbiamo portato quei colori fuori da lì?

Forse non dovremmo dimenticare i sogni della nostra fottuta adolescenza.